L’affresco letterario del Canavese, avviato vent’anni fa con il romanzo d’esordio “La Casa dei Colli”, si arricchisce di un nuovo tassello: l’ottavo. Ancora una vicenda reale, scovata in seguito a lunghe ricerche, che diviene romanzo ed è calato con estremo rigore nelle maglie della storia europea d’inizio Ottocento, quando forze mai viste in precedenza si scontrano in un conflitto tra titani.
Il romanzo è ispirato al diario redatto due secoli fa da un giovane ufficiale napoleonico. Dalle sue pagine emerge una complicata vicenda sentimentale intersecata dagli accadimenti della grande storia vissuti in prima persona.
Le fortune e i drammatici rovesci, così come le vicende pubbliche e quelle private dei protagonisti s’intrecciano in una narrazione scorrevole che coinvolge il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Le vicende narrate sono racchiuse nei tre lustri cruciali per la storia del Piemonte e per quella europea tra il 1808, momento di massimo fulgore del regime Napoleonico, e il 1821 segnato dal drammatico fallimento della più assurda delle rivoluzioni risorgimentali: i moti piemontesi del 1821.
L’autore, mentre traccia con precisione i contorni di una trama complessa, mantiene un’attenzione particolare alla ricostruzione dell’ambiente culturale e sociale del Piemonte e del Canavese in quel particolare periodo storico, giungendo a tracciare con maestria un quadro a tinte forti dei caratteri e della mentalità dei singoli personaggi.
La vicenda narrata si svolge per larga misura tra Torino e Rivarolo Canavese, dove il protagonista torna dopo le tante vicende belliche e dove organizza una società segreta con la quale spera di battere gli epigoni della Restaurazione.