Il volume è corredato da circa 120 fotografie scattate in quarant’anni di attività sul terreno, molte delle quali irripetibili e si conclude con una rassegna di miti anch’essi raccolti intervistando gli ultimi esponenti di una cultura preindustriale alpina ormai estinta per sempre.
Il volume accompagna la mostra omonima realizzata per documentare un patrimonio culturale che giorno dopo giorno si va perdendo. Si tratta dell’immenso complesso dei sistemi edilizi pre-industriali abbandonati nel vorticoso sviluppo economico della seconda metà del XX secolo, che sono passati in pochi lustri all’uso funzionale all’archeologia, dando luogo a un immenso patrimonio di beni demo-etno antropologici che oggi giace in uno stato di estrema precarietà.
Il lavoro intende sensibilizzare il largo pubblico sull’importanza di salvare un complesso di sistemi che potrà arricchire il patrimonio culturale e le conoscenze storiche delle future generazioni.
Non sfugge il fatto che i temi trattati riguardino patrimoni complessi, il cui recupero e salvaguardia richiede risorse che gli enti locali potrebbero avere difficoltà a reperire, ma la situazione sul terreno richiede interventi urgenti. Non si può infatti sottacere che un pezzo della nostra storia si stia inesorabilmente perdendo senza che la gente ne abbia compiuta percezione.
Un volume, agile e ben documentato, che analizza il territorio campione delle Valli Orco e Soana acquisite come case study, rappresenta il primo passo per una possibile azione tendente a porre sotto controllo l’ampio complesso di beni presenti su un territorio ricco e articolato come quello del nostro paese.