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La Maddalena di Chiomonte

La Maddalena di Chiomonte
6000 anni di storia sulle Alpi Occidentali Un volume sulle scoperte archeologiche avvenute durante la costruzione dell’autostrada del Frejus, con un grande villaggio neolitico e la sua necropoli.

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La scoperta, avvenuta nel 1984, dell'importante complesso archeologico di Chiomonte - La Maddalena, evidenziò la necessità di sottoporre a preventivo survey tutto il tracciato, allora in progetto, del collegamento stradale del traforo del Frèjus con Torino, che interessava in larghissima misura il versante sinistro del solco vallivo della Dora Riparia. La SITAF, Società Italiana Traforo Autostradale del Frèjus, collaborò alla soddisfazione di questa esigenza, assieme di tutela e scientifica, affidando alla società ARKAIA i lavori di prospezione, eseguiti sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica nelle persone di Luigi Fozzati (per l'epoca pre- e protostorica), di chi scrive e di Luisella Pejrani (rispettivamente per 1'età romana e per il medioevo). La metodologia allora seguita, largamente innovativa - almeno nella nostra regione - nell'affrontare la tutela delle preesistenze archeologiche in rapporto alla grande opera pubblica che in quegli anni prendeva avvio, consistette in una fase preliminare d'indagine geologica e di raccolta dei dati di superficie e in una fase successiva (non definitiva) di sondaggi di limitata estensione, localizzati lungo il tracciato viario in progetto e nelle fasce immediatamente contigue. Essa si rivelò di grandissimo interesse per il reperimento di dati relativi alla storia ambientale della Valle di Susa, ma non altrettanto efficace per la localizzazione dei siti d'interesse archeologico, specialmente nel tratto interessante la basse Valle, caratterizzata da un' alta concentrazione insediativa d'età storica. Infatti, soltanto l'avvio dei lavori stradali portò all'individuazione di due importanti siti d'età romana in corrispondenza del lotto 30 (Rosta, Vernè) e del lotto 31 (Rivoli, La Perosa). Nell'ambito di un accordo siglato dalla Soprintendenza e dalla SITAF, che prevedeva un programma di valorizzazione dei principali siti sino ad allora individuati lungo il tracciato autostradale, fu allora possibile procedere all'indagine archeologica in estensione (notizie preliminari in QuadAPiem, 11, 1993, pp. 282-286), che nell'insediamento romano di Rosta, meno direttamente coinvolto nella realizzazione della nuova arteria viaria, è giunta a conclusione solo di recente (QuadAPiem, 17, 2000, pp. 201-205). Va ricordato, inoltre, che in quella medesima occasione la fattiva collaborazione instaurata con la SITAF consentì alla Soprintendenza Archeologica di raggiungere un altro importante obiettivo: ossia la sicura localizzazione, in corrispondenza del moderno abitato di Borgata Malano di Avigliana, del luogo in cui si era sviluppata, a partire dall'età di Augusto, la statio ad Fines (Regni) Cotti, la stazione doganale, deputata alla riscossione della tassa Quadragesima Galliarum, posta sulla via per i valichi delle Alpi occidentali al confine tra l'Italia e le province transalpine (vedi QuadAPiem, 10, 1992, pp. 185-187). Fu allora finalmente possibile applicare quei provvedimenti di tutela, che l'incompletezza documentaria degli importanti ritrovamenti risalenti alla seconda metà dell'Ottocento, come anche la genericità delle successive notizie e segnalazioni non controllabili, avevano sino ad allora reso inattuabili.
Del grande impegno profuso da molte persone in quegli anni sul terreno e poi "a tavolino", per portare a compimento lo studio della ricchissima documentazione raccolta nei diversi siti archeologici che furono indagati, la pubblicazione di Chiomonte - La Maddalena, curata da Aureliano Bertone e Luigi Fozzati, rappresenta il primo risultato di largo respiro.
Con il contributo di studiosi di diverse discipline essa offre un quadro articolato e approfondito, eppure di assai piacevole lettura, dell'archeologia del paesaggio e del popolamento dell'alta e media Valle di Susa lungo 6000 anni. La storia dell' ambiente - ricostruita attraverso l'incrocio di dati geologici, archeobotanici e archeofaunistici - unita all'analisi della cultura materiale dell'abitato preistorico, pongono in piena evidenza come la valle percorsa dalla Dora Riparia costituisca "...un esempio significativo di solco di penetrazione e di travalicamento dell'arco alpino..." e come, di conseguenza, essa abbia assunto fin dalla più lontana Preistoria "...carattere di grande spazio abitato...". Giungendo alle soglie della Romanizzazione, questo bel volume rappresenta, per chi scrive, esempio e stimolo per portare a compimento il progetto di pubblicazione dell'importante documentazione raccolta in quella stessa occasione e che molto ha arricchito la conoscenza delle forme e delle tipologie d'insediamento della bassa Valle dalla conquista romana sino alla tarda antichità.

Luisa Brecciaroli Taborelli

  • ISBN 88-86539-05-3
  • Edizione Edizioni Nautilus, 2002
  • Dimensioni 31 x 25 cm
  • Autore/i Luigi Fozzati,Aureliano Bertone
  • Anno 2002
  • Pagine 197
  • Rilegatura Cartonata